30. Evangelario di Costanza imperatrice d’Oriente a Nicea

Officina scrittoria di Nicea o Costantinopoli, metà secolo XIII
Evangelario di Costanza imperatrice d’Oriente a Nicea
ἔχομεν διά τὴν παραδίδώσην τοῦτο τὸ /
βιβλίον  ἔιναι τῆς βασιλίσσης Κονσταντὶας /
ἣ ἐν τοῦτῷ μοναστηρίῳ το γιοτάτου Σω /
τήρος ν σκήτρια
HABEMUS PER TRADITIONEM HUNC LIBRUM ESSE / REGINAE
CONSTANTIAE QUAE IN HOC MONASTERIO SANCTISSIMI
/ SALVATORIS IN RERUM DIVINARUM MEDITATIONE SE /
EXERCUIT
manoscritto membranaceo (cm 21,6×16,5)
Palermo, Biblioteca Centrale della Regione Siciliana “A. Bombace”, dal monastero del SS. Salvatore, dep. museo 4.

L’Evangeliario (Focus cat. 17) riporta due note di possesso del Settecento dal medesimo contenuto, la prima in lingua greca la seconda in latino. Queste legano il manoscritto ad una Costanza, regina o imperatrice, monaca del monastero del Santissimo Salvatore di Palermo, di regola basiliana (seguace di S. Basilio), da cui proviene il manoscritto, interamente scritto in lingua greca.
Per secoli si è sostenuta la sua identificazione con Costanza d’Altavilla che, secondo la propaganda contraria all’imperatore Federico II, sarebbe stata monaca e costretta a rinunciare ai suoi voti, strappandola dal convento per sposare forzatamente l’imperatore Arrigo VI di Svevia.
Recentemente, invece, dopo approfondimenti sulla scrittura e sulla ricca ornamentazione, si tende a fissare la produzione del manoscritto tra Nicea e Costantinopoli intorno alla metà del XIII secolo, e ad indicarlo come possibile dono di nozze da parte di Giovanni III Ducas Vatatze, imperatore d’Oriente a Nicea, alla moglie Costanza di Svevia, figlia naturale di Federico II e della sua amata Bianca Lancia.

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2022-03-06T17:45:58+01:00
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