11. Mandato di Costanza d’Altavilla

Cancelleria regia, 15 aprile 1196
Mandato di Costanza d’Altavilla,
regina di Sicilia e Imperatrice, raffigurata nel sigillo pendente
manoscritto membranaceo, ceralacca rossa
entro teca lignea (cm 37,6×33,8; sigillo Ø cm 5,6)
Palermo, Archivio Storico Diocesano,
Tabulario, perg. I, 29

Il documento attesta l’autorità autonoma di Costanza d’Altavilla, rappresentata in trono, con un giglio nella mano destra nel sigillo in ceralacca rossa ove si legge “CONSTANTIA DEI GRATIA ROMANORUM IMPERATRIX SEMPER AUGUSTA ET REGINA SICILIE” (Costanza per la grazia di Dio Imperatrice dei Romani sempre degna di onore e regina di Sicilia).
Il testo riconosce la donazione fatta alla Chiesa di Palermo, all’epoca rappresentata dall’arcivescovo Bartolomeo, e ordina (dà mandato, da cui il nome del documento) che si restituiscano al notaro Rainaldo alcuni contadini del Casale del Lago di Nicotera (Calabria), in precedenza concessi dall’arcivescovo Gualtiero, fratello e predecessore di Bartolomeo.
I contadini nel medioevo formavano un tutt’uno con la terra che lavoravano, e ne seguivano le sorti. A supporto della risoluzione, si indicano documenti emanati dal Gran Conte Ruggero I e dal re Ruggero II, rispettivamente nonno e padre della sovrana (cat. 18).
Nel sigillo, il trono, la corona aperta sormontata da tre grosse perle con pendenti e il ricco abito di foggia bizantina ricordano i mosaici di Palermo e Monreale, ove sono raffigurati rispettivamente i re Ruggero II e Guglielmo II d’Altavilla, padre e nipote della regina.

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