14. Denari “delle nozze”

Zecca di Messina o Palermo, 1209-1212
Denari “delle nozze”
FREDERICUS REX / CONSTANCIA REGINA
biglione (lega a bassa percentuale d’argento)
(a. cm 1,5-1,6 x 1,6-1,8)
Palermo, Museo Archeologico Regionale “A. Salinas”,
inv. nn. 34128, 34029

I due esemplari di denaro in mostra appartengono al conio detto “delle nozze” (1209-1212), per la presenza dell’esplicito riferimento, insieme a Federico II, alla moglie Costanza d’Aragona, il re e la regina di Sicilia.
In entrambe le monete sono sul dritto l’aquila sveva coronata e sul rovescio la croce.

Focus

La monetazione del Regno di Sicilia al tempo di Federico II, continuando la tradizione normanna, che si rifaceva a sua volta al sistema “mediterraneo” islamico e bizantino (a differenza dell’Italia settentrionale e dell’Europa nord-occidentale dove l’economia si basava sull’argento), comprendeva essenzialmente monete d’oro (il tarì, cioè “fresco [di conio]”), ma anche di lega d’argento biglione (il dinar, o denaro, “contiene dieci”).
Solo dopo l’incoronazione imperiale da parte del Papa (1220) e le Costituzioni di Melfi (1231), il sistema venne riorganizzato, con l’introduzione di una nuova moneta d’oro, l’augustale, che valeva 5 tarì.
Le principali zecche erano Messina per la Sicilia e Brindisi per l’Italia meridionale, ma anche Palermo e Amalfi emettevano moneta. 

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2022-03-06T17:01:25+01:00
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